La Clemastina, un antistaminico, ha mostrato potenziali attività di remielinizzazione nella sclerosi multipla
La Clemastina fumarato ( Tavegil, Tavist ) ha ridotto il ritardo delal latenza dei potenziali evocati visivi di 1.9 ms per occhio, con una tendenza verso il miglioramento della acuità visiva con stimoli a basso contrasto, in un piccolo studio randomizzato, controllato con placebo, di pazienti con sclerosi multipla e neuropatia ottica stabile, cronica.
Un miglioramento nel ritardo di trasmissione dei potenziali evocati visivi ( PEV ), nel tempo di trasmissione del segnale dalla retina alla corteccia visiva, è stato considerato un marker di riparazione della mielina.
Per essere arruolati nello studio, i partecipanti dovevano avere un ritardo di trasmissione di almeno 118 ms in uno o in entrambi gli occhi.
E’stato valutato il potenziale di remielinizzazione della Clemastina nei pazienti con sclerosi multipla e neuropatia ottica cronica.
Mentre il miglioramento dei potenziali evocati visivi è apparso modesto, lo studio ha mostrato per la prima volta la capacità di un farmaco di revertire il danno prodotto dalla sclerosi multipla.
Un totale di 50 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Clemastina, per os, 4 mg due volte al giorno oppure a placebo per 3 mesi, con successivo passaggio all’altro trattamento per 2 mesi ( studio crossover ).
Il dosaggio era un po’ più alto rispetto a quello normalmente utilizzato negli adulti per la malattia allergica.
Il miglioramento dei potenziali evocati visivi è persistito anche quando i pazienti trattati con Clemastina sono passati al placebo, questo ad indicare che era in corso un effetto remielinizzante, non solo un effetto transitorio sui canali ionici.
I pazienti avevano, in media, 40 anni, con una durata media della malattia di 5 anni, e un punteggio medio alla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) di 2.1.
Per essere arruolati i pazienti dovevano aver avuto un episodio di neuropatia ottica nei precedenti 5 anni, ma non entro i 6 mesi precedenti.
I pazienti hanno continuato ad assumere le precedenti terapie modificanti la malattia, mentre prendevano parte allo studio.
La Clemastina è risultata associata a un lieve peggioramento del senso di stanchezza.
Precedenti studi presso l’University of California San Francisco ( UCSF ) avevano indicato che la Clemastina è un farmaco ad effetto antimuscarinico che può favorire la produzione di mielina. ( Xagena2016 )
Fonte: American Academy of Neurology ( ANN ) Meeting, 2016
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